Riforma di reclutamento e formazione
Abbiamo più volte sottolineato la nostra netta contrarietà al dl 36. Ci siamo sempre battuti contro la sottrazione di risorse destinate alla contrattazione ed un sistema di reclutamento e di formazione iniziale inutilmente selettivo.
La bozza di DPCM che disciplina l’art 44 del decreto legge conferma le nostre preoccupazioni.
La riforma del reclutamento impone un serio e costante coordinamento tra il MIM è il MUR. Non è accettabile un ruolo prevalente o esclusivo affidato alle Università sia nella determinazione dei costi che nella definizione del numero dei posti da concedere per i percorsi abilitanti.
La disciplina del reclutamento e della formazione abilitante deve prevedere adeguate quote di riserva per il personale precario e per i cosiddetti “ingabbiati”, cioè dei docenti di ruolo che aspirano a conseguire un’altra abilitazione.
Occorre che l’offerta formativa sia diffusa su tutto il territorio nazionale con i medesimi standard qualitativi per garantire elevati livelli di professionalità, evitando di ricadere nel vecchio e dequalificante sistema dei 24 CFU.
I costi per il conseguimento dei 60 CFU devono essere a carico dello Stato e non essere finanziati con le risorse finalizzate a supportare la crescita professionale dei docenti.
Se consideriamo le prove previste per l’accesso definitivo al ruolo non possiamo che ribadire la nostra opposizione a verifiche che non accertano le reali competenze per l’insegnamento.
Ci auguriamo che il Ministero raccolga le nostre osservazioni e prosegua nel confronto con le parti sociali per giungere ad una nuova proposta in grado di tutelare tutte le posizioni coinvolte dalla nuova disciplina del reclutamento.
Roma, 14 giugno 2023
Il Segretario Generale
(Elvira Serafini)
Il comunicato sopra riportato è stato pubblicato da Orizzonte Scuola al link: